La scultura surrealista “La scarpa, oggetto surrealista a funzionamento simbolico” del 1973, sarà esibita al Centro Pompidou-Metz, sito a Metz-Nancy, in Francia, a seguito di un prestito concordato tra il Museo ed il Dalí Universe, proprietario di questa importante scultura. L’esibizione “Theatre of Metamorphoses” presso il Centro Pompidou-Metz, mostrerà il ricco ventaglio di forme espressive usate dall’artista tedesca Rebecca Horn, le cui opere verranno esposte durante il periodo di apertura della mostra, dal mese di giugno fino a novembre 2019.
La scultura surrealista “La scarpa, oggetto surrealista a funzionamento simbolico” del 1973, è composta dal surreale assemblaggio di diversi elementi: un’elegante scarpa rossa con il tacco, alcune fotografie, pezzi di marmo, un bicchiere contenente la cera, un cucchiaio, una scatola di fiammiferi e ciuffi di capelli. L’opera, conosciuta come la scarpa di Gala, è composta da diverse parti le quali, assemblate, creano una surreale messa in scena.
Dalí aveva una passione per la moda ed in particolare per le scarpe. Nella sua autobiografia “La mia vita segreta” (1942) Dalí affermò: “Le scarpe hanno sempre influito sulla mia esistenza e le utilizzai in diversi oggetti surrealistici, in diversi quadri, fino a trasformarle in una specie di divinità. Nel 1936 le ho perfino collocate in testa alle donne ed Elsa Schiapparelli creò un cappello ispirato alla mia idea fissa. La scarpa, effettivamente, è per me l’oggetto più ricco di virtù realistiche ed opposto agli oggetti musicali che io ho sempre ritratto nei loro aspetti di disfacimento, come violoncelli di carne putrida”.
Questa surreale e bizzarra spiegazione di Dalí, in merito alla sua ossessione per le scarpe, ci trasmette la sua geniale forza creativa, nata dall’immaginario dell’inconscio, che ha guidato l’artista nella realizzazione di opere uniche ed ineguagliabili.
Dalí definì gli oggetti surrealisti in un articolo della rivista “Il Surrealismo al servizio della Rivoluzione” (1931) come “Oggetti a funzionamento simbolico”: “Questi oggetti, che si prestano ad un minimo di funzionamento meccanico, sono basati sui fantasmi e sulle rappresentazioni suscettibili dell’essere provocate dalla realizzazione d’atti inconsci. […] Oggetti con una funzione simbolica non lasciano affatto il posto alle preoccupazioni formali.”
Come il “Telefono aragosta” ed il “Busto di donna retrospettivo”, la scultura surrealista “La scarpa, oggetto surrealista a funzionamento simbolico” di Dalí illustra le teorie dell’inconscio che costituiscono la chiave di lettura di tutta l’arte surrealista.
Nel 1941, Dalí realizzò il dipinto “Original sin” dove illustrò un paio di scarpe sformate, quasi liquefatte, accanto ad un piede rappresentato secondo i canoni classici, con i dettagli della muscolatura e rilievi venosi, che evidenziano la sua forza e creano un forte contrasto con la mollezza delle scarpe.
Appena quattro anni prima, nel 1937, René Magritte realizzò il dipinto “Le modèle rouge III” dove illustrò la metamorfosi della scarpa in piede. Le calzature, appoggiate di fronte ad uno steccato e sul suolo terroso, mostrano nella parte alta uno scarponcino con asole e stringhe, mentre verso il basso prendono la forma del piede ed il loro colore sfuma nella tonalità della pelle umana.
In molte opere di Dalí la scarpa sembra “vivere” una vera e propria metamorfosi diventando parte integrante di altri oggetti. Nell’opera pittorica “Donna con testa di rose” realizzata nel 1935, come nella scultura “Sedia Leda” ideata negli anni ’30, Dalí illustrò una sedia, le cui gambe prendono la forma, alla loro base, di scarpe con il tacco.
Similarmente, l’opera scultorea “Piano Surrealista” (1954-84) mostra le gambe di un pianoforte a coda come le gambe di una donna che indossa le scarpe con il tacco.
Certamente il periodo del Surrealismo presentò la scarpa come uno degli elementi scelti per illustrare gli “oggetti a significato simbolico”. La scarpa diventò la protagonista assoluta di numerose tele, venne celebrata e quasi “adorata”.
Dalí disse: “Le scarpe hanno sempre influito sulla mia esistenza e le utilizzai in diversi oggetti surrealisti, in diversi quadri, fino a trasformarle in una specie di divinità. […] La scarpa, effettivamente, è per me l’oggetto più ricco di virtù realistiche […].”
L’esposizione “Theatre of Metamorphoses” presso il Centro Pompidou-Metz sarà aperta al pubblico dal 8 giugno fino all’11 novembre 2019. La mostra verrà inaugurata venerdì 7 giugno.