“Un cane andaluso”, il più famoso cortometraggio surrealista, prodotto ed interpretato da Luis Buñuel e Salvador Dalí, ha inaugurato il Festival Internazionale dei cortometraggi di Cadaqués, tenutosi dal 15 al 17 giugno 2018.
Il Festival, che si svolge con cadenza annuale, è il risultato della collaborazione tra il Comune di Cadaqués, Spagna, e l’Associazione Culturale Ibizacinefest di Ibiza.
La città di Cadaqués, celebre in tutto il mondo poiché, nel suo piccolo borgo di Portlligat, visse e lavorò abitualmente Salvador Dalì dal 1930 fino alla morte di Gala; è certamente il luogo ideale per la presentazione della sezione Surrealista del Festival.
I Film realizzati sono stati catalogati in diverse sezioni ed, oltre a quella Surrealista, è stato possibile vedere proiezioni nella sezione Fiction, in quella Sperimentale e nella sezione Documentari.
Il cortometraggio muto “Un cane andaluso”, frutto della collaborazione tra Luis Buñuel e Salvador Dalí nel 1929, illustra, in soli 17 minuti, scene profondamente surreali e misteriose; collegate tra loro secondo una logica del disordine apparente, in un’atmosfera immaginaria e bizzarra.
La scena cruciale del cortometraggio franco-spagnolo mostra l’occhio di una donna che viene apparentemente tagliato a fette.
Scioccante, singolare ed al tempo stesso meraviglioso, il film “Un cane andaluso”, a quasi novant’anni dalla sua nascita, avvenuta all’apice degli anni del Surrealismo nella città di Parigi; continua ad essere, ancora oggi, un’icona del cinema surrealista.
Il Festival si è chiuso con la premiazione dei migliori cortometraggi realizzati dai registi nelle diverse sezioni.
Il film “Aamir” della registra russa Vika Evdokimenko, che ha ricevuto lo scorso febbraio il premio cinematografico Bafta 2018, quale miglior cortometraggio britannico; è stato premiato a Cadaqués nella sezione miglior Film Fiction.
Nella sezione Surrealista è stato consegnato il miglior premio al regista russo Mel Hsieh con il cortometraggio “Dream Hatcher” sull’interpretazione dei sogni intrappolati nella mente di soggetti, le cui identità e corpo, vengono rappresentate combinando surrealismo e “sogno lucido” come rappresentazione della realtà.