Gala, l'eterna Alice arrivata dalla Russia

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Venerdì, 8. Giugno 2018

Gala, come una rosa dall’essenza misteriosa, dalla forte componente emotiva ed al tempo stesso “meditativa”, ha saputo certamente donare al Surrealismo il balsamo benefico ed ispiratore, portando il movimento a “fiorire” nella saggistica, nella poesia e nell’arte.

Figura eterna e misteriosa, il suo nome ha assunto un’infinità di sfumature, che rispecchiano perfettamente la sua complessa personalità e la sua eterna femminilità….la sua eterna giovinezza.

Come l’ ”Alice nel Paese delle Meraviglie”, Gala è una rosa fiorita e la sua vita rimane un segreto sospeso tra realtà e fantasia.

“Il segreto di tutti i miei segreti è che non ve li racconterò mai” disse Gala.

Nata in Kazan, città che ospitava una delle più antiche università della Russia, era stata chiamata con il nome Helena Deluvina Diakonoff dai genitori Ivan and Antonine Diakonoff.

Durante gli anni di studio a Mosca, Gala ricevette un’ottima istruzione, imparò il francese e prese lezioni di disegno e, successivamente, proseguì gli studi universitari a San Pietroburgo, crescendo come una ragazza indipendente e dalle forti opinioni.

La giovane ragazza russa indossava spesso vestiti alla marinara ed aveva uno sguardo penetrante e capelli fluenti.

Dalla personalità emotiva ed instabile, Gala scrisse di se stessa dichiarandosi nervosa, aggressiva ed isterica: “Sono così cattiva che ne sono orgogliosa”.

Gala si ammalò di tubercolosi e la malattia ebbe forti effetti sia nel suo fisico che nella sua personalità, rendendola molto dura, poco socievole e diffidente.

La prima svolta della sua vita, avvenne all’età di diciotto anni, quando Gala si trasferì con la famiglia al sanatorio di Clavadel a Davos, per la convalescenza.

Qui conobbe Eugène Émile Paul Grindel, successivamente conosciuto con il nome Paul Éluard che, nel 1912, all’età di diciasette anni, entrò nel sanatorio in Svizzera per la convalescenza in seguito ad un attacco di emottisi.

In questo ambiente solitario, Gala e Paul Éluard incominciarono la loro relazione, segnata da innumerevoli lettere scritte in versi e, quando Gala tornò in Russia ed Éluard a Parigi, entrambi si consideravano fidanzati.

La “piccola ragazza”, così scriveva raccontando di se stessa Gala, lasciò la Russia e la sua giovinezza quattro anni dopo, nel 1916, per raggiungere il suo poeta preferito a Parigi, portando con se soltanto alcune icone e libri.

Nel 1917 Gala sposò Éluard e l’anno successivo nacque la loro unica figlia, Cécile.

Arrivata a Parigi, durante il periodo in cui Éluard era arruolato nell’esercito, Gala abitò con la madre del fidanzato a St. Denis e dedicò il tempo allo studio della lingua e letteratura francese, per prendere il diploma come traduttrice professionale.

Al tempo stesso, continuò a scrivere poesie in russo e mantenere i suoi interessi per la letteratura russa e per i suoi scrittori preferiti, Tolstoy e Dostoevsky.

A Parigi, Gala incontrò i principali esponenti del movimento surrealista che Éluard frequentava, tra i quali André Breton, Philippe Soupault e Louis Aragon.

Nella primavera del 1929, Paul Éluard conobbe Salvador Dalí, quando l’artista catalano si recò a Parigi per la presentazione del film “Un chien andalou”, realizzato in collaborazione con Luis Buñuel.

Dalì invitò Éluard a trascorrere l’estate a Cadaqués ed, in tale occasione, Gala incontrò Dalí e segnò profondamente l’esistenza e la creatività dell’artista catalano, diventando la sua modella e musa ispiratrice.

Quale strada avrebbe preso l’immaginazione di Dalí se non avesse conosciuto Elena Dyakonova?

L’eccezionale eterna fanciulla russa, è stata per Dalí non solo la sua fonte d’ispirazione, ma divenne il centro del suo universo, il suo manager, la creatrice del “marchio” Dalí, portando l’artista a firmare le sue opere con il nome Gala-Salvador-Dalì ed a scrivere: “Gala è diventato il sale della mia vita, il mio faro, il mio doppio, sono io”.

La fanciulla russa lo ha certamente aiutato a varcare la soglia del “Paese delle Meraviglie” ed ha costruito abilmente la loro personale fama mondiale.

L’eterna “Alice” seppe tenere Dalì sotto una costante pressione finanziaria e creativa, e tale trattamento, che dall’esterno veniva talvolta rimproverato per essere crudele ed avido, era probabilmente necessario per una persona votiva e mal organizzata come Dalí, che vedeva Gala come il suo genio, la sua dea vittoriosa….la sua Galatea.

Gala trascorse tutta la sua vita a diventare la musa ispiratrice, e fece di questo ruolo lo scopo della sua intera esistenza per proclamare il dogma dell’amore: “È l’asse della mia vitalità e del mio cervello, la molla che mi slancia in avanti con elasticità e agilità, con più chiarezza e precisione in tutti i movimenti dei miei sensi, dei miei impulsi, delle mie conoscenze”.

Per questo motivo, nel 1916, Gala lasciò la sua terra natia ed ogni legame con la sua Russia per amore del poeta francese Paul Éluard.

Ed ancora in nome dell’amore, nel 1929, Gala lasciò il marito  Paul e la figlia Cécile per diventare la musa ispiratrice di Salvador Dalí.

Chi fu veramente Helena Deluvina Diakonoff?

Forse l’eterna fanciulla russa che, saltando la corda della vita, lasciò il passato ad ogni nuovo slancio, per tuffandosi in un mondo nuovo, nel quale esprimere tutta la propria straordinaria capacità intuitiva e forza enigmatica….in un tempo senza tempo, sospesa tra sogno e realtà.

Una fanciulla dal nome “Alice”, arrivata dalla Russia per diventare ispirazione e “Meraviglia” generatrice del Surrealismo, un archetipo femminile che ha ispirato grandi artisti e che continua ad essere trama d’ispirazione anche ai nostri giorni.

Alice nel Tempo passato, Alice nel Tempo futuro….ad ogni nuovo salto della corda….per l’eternità.