La moda nei musei
Nell'edizione inglese del mese scorso di The Art Newspaper il giornalista Martin Bailey raccontava di una collezione di costumi appartenuti a David Bowie, diventata poi la mostra itinerante di maggior successo nella storia del Victoria & Albert Museum. Dopo un'inaugurazione da record a Londra, la collezione è stata prestata a musei di tutto il mondo tra cui quelli di Chicago, Melbourne e Parigi, ogni volta registrando il tutto esaurito. Altri grandi successi quelli ottenuti dall’esposizione di Alexander McQueen del 2015, "Savage Beauty", una spettacolare raccolta di alta moda, e dalle mostre di Londra, Giappone, Parigi e Sydney, i cui temi spaziano da Salvatore Ferragamo, a Mick Jagger, a Salvador Dalì..
Il messaggio dunque è chiaro: Il pubblico amante dell'arte vuole vedere la moda esibita nei musei; ed i recenti successi ottenuti da questo tipo di esposizioni lo confermano.
La collezione Dalí à la Mode
Il concetto che arte e moda sono ciascuna il naturale prolungamento dell'altra viene fortemente sottolineato dalla collezione Dalí à la Mode. The Dalì Universe ha avuto la brillante idea di offrire un'interpretazione del mondo surrealista di Salvador Dalì attraverso la moda. È stato chiesto ai più famosi stilisti di lasciare campo libero alla fantasia e di dar vita al Surrealismo di Dalì attraverso i loro bozzetti - in un personale tributo all'uomo e all'artista. In totale nel corso di trent’anni sono stati prodotti trentuno capi d'alta moda splendidi e unici. Tra le personalità internazionali che hanno collaborato al progetto, stilisti del calibro di Paco Rabanne, Zandra Rhodes, Paul Smith, Catherine Walker, Sonia Rykiel e Manish Arora, e tra gli stilisti italiani citiamo Nicola Trussardi, Franco Moschino ed Enrico Coveri.
Nel corso degli anni, la collezione di abiti ha continuato a crescere, concretizzando sempre di più l'idea iniziale di Beniamino Levi, presidente della Fondazione Stratton e curatore di The Dalì Universe di coinvolgere gli stilisti all’arricchimento della Collezione. Il Sig. Levi, è convinto che Dalì à la Mode sia tanto una manifestazione della devozione della Fondazione Stratton per questo grande artista, quanto un riflesso dell'artista stesso. La grande versatilità di Dalì gli ha permesso di sperimentare i più svariati mezzi espressivi, la moda e l'industria dell'alta moda comprese, e di ottenere i risultati che sono tuttora di ispirazione per gli stilisti contemporanei. La varietà e l'originalità degli abiti che compongono la collezione Dalì à la Mode trasmettono la versatilità e l'ispirazione dell'artista.
Sono otto gli abiti di questa collezione esposti con grande successo presso la mostra “De Salvador à Dalí” in corso a Liegi che si chiuderà il 31.08.2016 www.expodali.be . L'ultima sala della mostra è infatti dedicata ad un aspetto importante dell'opera artistica di Salvador Dalì : il suo rapporto con il mondo della moda. Il Sig. Levi ha commentato come segue: "la risposta del pubblico alla piccola selezione della collezione Dalí à la Mode esposta a Liegi è stata travolgente. Non vediamo l'ora di riunire l'intera collezione in una mostra futura".
Dalì e la moda
Dalì adorava la moda; infatti, una delle sue sculture più note è intitolata Omaggio alla Moda. Il suo stile stravagante si esprimeva nella scelta degli abiti o nella forma dei baffi.
Nel corso della sua carriera artistica, Dalì collaborò con i re della moda come Coco Chanel, Elsa Schiaparelli, Cartier e Christian Dior; è proprio dalla collaborazione con quest’ultimo che nel 1950 nacque l'Abito per l'anno2045: un abito in seta acquamarina con un elemento inaspettato, una stampella in velluto e 3 maschere di metallo nell'area pelvica.
Per Dalì il significato simbolico di un abito è racchiuso in una sua famosa e memorabile definizione: "Vestirsi, travestirsi, è un modo di combattere il trauma più grande di tutti: quello della nascita.”.
Dalì si occupò anche di vari progetti nel settore della moda. Creò quattro copertine per la rivista Vogue, dal 1939-1971. Lavorò sulla pubblicità di marchi importanti, come Bryant Stockings, dove la campagna pubblicitaria era incentrata su delle gambe seducenti staccate dal corpo, che creavano un effetto galleggiante surreale.
Nel 1939 fu incaricato di disegnare una vetrina surreale per i prestigiosi grandi magazzini "Bonwit Teller" di New York. La sua vetrina "Giorno e Notte" conteneva una vasca da bagno coi piedini, parti del corpo disarticolate e manichini nudi con lacrime di sangue. Considerandoli troppo scioccanti e scandalosi il personale dei grandi magazzini sostituì i manichini. Il risultato: Dalì reagì in modo eccessivo e lanciò accidentalmente la vasca contro la vetrina, rompendola.
Negli anni ’30 egli iniziò a interessarsi all'arredamento d'interni, dopo aver conosciuto Jean-Michel Frank, un arredatore parigino molto noto. Collaborarono assieme in diverse occasioni, per creare lampade costituite da stampelle e cassetti, sedie e tavoli con braccia sottili e scarpe. Raggiunsero il culmine della loro creatività realizzando una stanza surrealista con il divano a forma di labbra di Mae West come punto focale, montata originariamente nella casa londinese del più grande mecenate di Dalì, il Sig. Edward James.
Dalì diede un importante contributo anche alle produzioni teatrali, disegnando costumi e scenografie come quelle del Baccanale, a New York, nel 1939. Le scene e i costumi, rivoluzionari e scandalosi allo stesso tempo, furono da lui disegnati assieme alla sua amica Coco Chanel ed ebbero un successo strepitoso.
Il fascino di Dalì per i gioielli lo incoraggiò a disegnarne alcuni negli anni '40, ispirandosi ai propri schizzi. Secondo Dalì, l'oro era una "celebrazione dell'anima, un segno di purezza". L'Occhio del Tempo, basato sulla Persistenza della Memoria, e le Labbra di Rubini, ispirate alla bocca di Mae West, sono solo due esempi della sua produzione.
Dalì alla moda ancora oggi
È noto che lo stile stravagante della regina del pop, Lady Gaga, è fortemente ispirato da idee daliniane. Cappelli incredibilmente simili a quelli dell'artista, con telefoni e aragoste. Il vestito di carne/bistecche, indossato agli MTV Video Music awards del 2010, ispirato all'abito "lacrime" disegnato da Dalì ed Elsa Schiaparelli. Inoltre non si può fare a meno di confrontare il piano dalle lunghe gambe usato in uno dei suoi concerti con le lunghe e sottili zampe dell'elefante di Dalì del dipinto La Tentazione di Sant'Antonio.