Dalí arrivò per la prima volta a New York il 14 novembre 1934, insieme a sua moglie Gala, dopo la navigazione transatlantica con una nave a vapore partita da Le Havre, in Francia. Nei successivi quarant’anni, Dalí trascorse gli inverni a New York, soggiornando presso il St. Regis Hotel sulla East 55th, dove aveva una suite privata (stanza 1610) che attrezzò anche come studio.
Negli anni precedenti allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, Dalì era la figura più adatta per città di New York e New York la città più adatta per Dalí. Il “marchio” Dalí, sintesi dell’eccentricità e surrealismo di un artista rivoluzionario, ha segnato il legame con la Grande Mela, che continuò per tutta la sua vita artistica. Dalí ha saputo conquistare la città di New York trasformandosi in un modello di business ed un “marchio” unico. La rivista St Regis ha scritto recentemente: “…con le braccia tese, l’elegante bastone, i baffi puntati verso il cielo; nessuno poteva fare un ingresso più grandioso in America”. Dopo poco tempo dal suo arrivo a New York, non solo i fans ma anche i turisti, si riunivano vicino all’albergo dove soggiornava Dalí, sperando di vederlo sui gradini della East 55th, pronti a cantare insieme “Da-lì… is he-re” (Dalì è qui).”
Dalí aveva capito che per essere un artista veramente moderno nella città di New York voleva diventare una star. Per questo motivo, mentre era a bordo della nave, aveva creato una propria pubblicazione per annunciare il suo arrivo in città, scegliendo un titolo decisamente egocentrico: “New York mi saluta.”
Nel 1929, Bonwitt Teller sulla 5th Avenue, era uno dei più eleganti e prestigiosi negozi di abbigliamento femminile della città, molto simile alla catena britannica Selfridges di Londra ai nostri giorni. Nel 1929, questo negozio di lusso ebbe per la prima volta un artista come vetrinista: l’estroso Salvador Dalí e, da questa collaborazione, nacque un’affascinante storia dai toni bizzarri e creativi.
Il Surrealista Salvador Dalí, che si autodefiniva: “Io sono il Surrealismo”, progettò per il negozio due vetrine sul tema del “Giorno” e della “Notte”. Dopo una notte trascorsa per creazione degli spazi espositivi, Dalí torno insieme a Gala la mattina seguente a rivedere la sua “opera creativa” dal forte impatto visivo e, con stupore misto a collera, vide che le vetrine erano state totalmente rifatte poiché, gli venne riferito, avevano attratto una folla eccessiva e si era dunque reso necessario correggerle. Dalí entrò con furia nella vetrina del “Giorno” e rovesciò la vasca di pelliccia davanti alla folla, con l’intenzione di provocare un allagamento; la vasca, però, gli sfuggì di mano e, ribaltandosi, urtò il lastrone di cristallo della vetrina, che si infranse.
Successivamente, negli anni ’80, il prestigioso negozio venne demolito per lasciare il posto alla costruzione della Trump Tower, generando proteste tra gli abitanti della città.
L’apice del successo di Dalí a New York fu annunciato da un articolo pubblicato sulla rivista TIME a dicembre del 1936. L’editore della rivista scrisse:” Il surrealismo non avrebbe mai attratto gli Stati Uniti se non fosse stato per un bel trentaduenne catalano dal nome Salvador Dalí”.
Dalí espose alla famosa galleria Knoedler di New York; nel 1934 presentò la sua prima mostra personale alla galleria Levy e, nel 1982, partecipò all'inaugurazione ufficiale del Dalí Museum a San Pietroburgo, in Florida. Presso il Dalí Museum sono esposte opere di Dalí donate da Eleanor and Reynolds Morse, i più grandi collezionisti privati delle opere di Dalí, che diedero l’avvio alla loro collezione negli anni ’40.
New York è impregnata di tracce lasciate da Salvador Dalí durante i suoi anni trascorsi in America ed, ancora oggi, è possibile visitare presso il MoMa il suo famoso dipinto realizzato nel 1931 dal titolo “Persistenza della memoria”.