La scultura surrealista “La scarpa, oggetto surrealista a funzionamento simbolico” è stata creata da Dalí nel 1932.
La successiva edizione del 1973 è attualmente esposta presso la galleria Weston della Royal Academy of Arts di Londra, in occasione della mostra “Dalí / Duchamp” aperta fino all’inizio di gennaio 2018.
Questa scultura-oggetto è composta dal surreale assemblaggio di diversi elementi: un’elegante scarpa rossa con il tacco, alcune fotografie, pezzi di marmo, un bicchiere contenente la cera, un cucchiaio, una scatola di fiammiferi e ciuffi di capelli.
Dalí aveva una passione per la moda ed in particolare per le scarpe. Nella sua autobiografia “La mia vita segreta” (1942) Dalí afferma: “Le scarpe hanno sempre influito sulla mia esistenza e le utilizzai in diversi oggetti surrealistici, in diversi quadri, fino a trasformarle in una specie di divinità. Nel 1936 le ho perfino collocate in testa alle donne ed Elsa Schiapparelli creò un cappello ispirato alla mia idea fissa. La scarpa, effettivamente, è per me l’oggetto più ricco di virtù realistiche ed opposto agli oggetti musicali che io ho sempre ritratto nei loro aspetti di disfacimento, come violoncelli di carne putrida”.
Questa surreale e bizzarra spiegazione di Dalí, in merito alla sua ossessione per le scarpe, ci trasmette la sua geniale forza creativa, nata dall’immaginario del subconscio, che ha guidato l’artista nella realizzazione di opere uniche ed ineguagliabili.
Dalí definì gli oggetti surrealisti in un articolo della rivista “Il Surrealismo al servizio della rivoluzione” (1931) come “Oggetti a funzionamento simbolico”.
“Questi oggetti, che si prestano ad un minimo di funzionamento meccanico, sono basati sui fantasmi e sulle rappresentazioni suscettibili dell’essere provocate dalla realizzazione d’atti inconsci”. […] Oggetti con una funzione simbolica non lasciano affatto il posto alle preoccupazioni formali.”
Come il “Telefono aragosta” ed il “Busto di donna retrospettivo”, la scultura surrealista “La scarpa” di Dalí illustra le teorie dell’inconscio che costituiscono la chiave di lettura di tutta l’arte surrealista.