Dalí e Freud

Giovedì, 1. Febbraio 2018

Il legame tra Salvador Dalí ed il neurologo, psicoanalista e filosofo austriaco Sigmund Freud è ampiamente documentata.

Attento studioso delle teorie di Freud, per accedere all’inconscio ed alimentare la sua ispirazione surreale ed artistica, Dalí considerava i sogni e le immaginazioni, come chiavi fondamentali per la conoscenza del pensiero umano.

Salvador Dalí desiderava incontrare personalmente Freud e, durante gli anni ’20 e ’30, si recò a Vienna in diverse occasioni, senza riuscire a soddisfare questo suo desiderio.

Nella sua autobiografia, intrisa di avvenimenti che rispecchiano la sua eccentrica personalità, Dalì scrisse: “Ricordo con piacevole malinconia i pomeriggi trascorsi vagando per le strade dell'antichissima capitale austriaca. La torta di cioccolata, che mangiavo in fretta tra un negozio di antiquario e l'altro (mi interessavano tutti), aveva un sapore leggermente amaro, suggerito proprio dalle anticaglie appena viste e accentuato dall'ironica delusione per quella visita sempre impossibile. La sera, prolungavo all'infinito lunghe e logoranti conversazioni immaginarie con Freud; spesso rincasava con me, e una notte rimase persino aggrappato tenacemente alle tende della mia stanza all'hotel Sacher.” (tratto da “La mia vita segreta”, Salvador Dalí, 1942)

Nel 1938 il desiderio di Dalí si realizzò e l’incontro con Freud avvenne nella sua casa londinese.

Durante la visita, Dalí fece uno schizzo del volto del fondatore della psicoanalisi, che non fu mai fatto vedere a Freud.

Quest’opera d’arte, dal titolo “Ritratto di Sigmund Freud”, è esposta al Museo Sigmund-Freud di Londra (www.freud.org.uk); la casa dove Freud visse l’ultimo anno della sua vita.

Dalí lesse il “Die Traumdetung” (L’interpretazione dei sogni, 1899), una delle opere di Freud, che esamina le teorie dell’inconscio e dell’interpretazione dei sogni.

Teorie che hanno profondamente ispirato i surrealisti ed esercitato una forte influenza sul maestro catalano durante la sua produzione artistica.

Nel suo famoso dipinto “Sogno causato dal volo di un'ape intorno a una melagrana un attimo prima del risveglio” (1944), Dalì ha trasferito i concetti di Freud in campo artistico ed illustrato uno dei meccanismi mentali studiati da Freud, ovvero l’effetto che uno stimolo esterno, percepito durante il sonno, produce sul sogno stesso.

In primo piano la figura dormiente di Gala, ritratta nell’istante in cui viene punta da un’ape ed in cui avverte il dolore in uno stato di incoscienza; produce una serie di sensazioni ingigantite per la mancanza di coscienza ed il dipinto illustra simultaneamente, l’istante della puntura e quello del dolore rappresentato dall’irrompere di allucinazioni che risvegliano Gala.

Nella sua Autobiografia, Dalí commenta la teoria freudiana scrivendo: “L’unica differenza tra la Grecia immortale e l’epoca contemporanea è costituita da Sigmund Freud, il quale ha scoperto che il corpo umano, puramente neoplatonico all’epoca dei Greci, è oggi pieno di cassetti segreti che soltanto lo psicanalista è in grado di aprire”.

Freud rimase impressionato ed affascinato dalla personalità di Dalí e, successivamente al loro incontro, scrisse in una lettera a Stefan Zweig: ”…ero tentato di considerare i surrealisti, che apparentemente mi hanno scelto come santo patrono, come dei pazzi integrali. Il giovane Spagnolo, con i suoi candidi occhi di fanatico e la sua indubbia padronanza tecnica, mi ha incitato a riconsiderare la mia opinione”.

Freud morì nel 1939, nel periodo in cui la produzione artistica di Dalí era molto intensa e  le sue opere erano penetrate dalla forte  componente surreale, inconscia ed onirica, già chiaramente percepibile nei suoi precedenti capolavori come, ad esempio, “La persistenza della memoria” (1931).

Attraverso la sua arte, Dalí desidera scuotere la mente dell’osservatore ed esprimere il forte legame tra realtà ed surrealtà, dichiarando come l’inconscio sia presente nella vita quotidiana, ed eserciti continuamente un potere sull’uomo e sugli oggetti da lui creati nel mondo reale.

Freud aveva ragione nell’affermare che Dalí possedeva una vasta conoscenza tecnica ed un talento innegabile, come dimostra la sua enorme produzione artistica.